Una volta era un mio dovere morale finire assolutamente i libri che iniziavo. Mi costringevo strenuamente a leggere pagine indigeribili con una caparbietà cieca, che se avessi avuto mai la stessa costanza per una delle qualsiasi diete che ho tentato di seguire nel corso della mia vita a quest’ora avrei sicuramente risolto i miei perenni problemi di peso. Continua a leggere
Macbeth – Jo Nesbø
Ci sono inizi che hanno il sapore della scoperta, eccitazione mista ad un pizzico di paura per l’ignoto. Un inizio è l’avvio di qualcosa, ma non sempre vi è insita l’accezione di novità, o il concetto che bisogna prima chiudere per iniziare qualcosa. Continua a leggere
Se chiedi al vento di restare
Ci sono storie che sono fiabe: fanno tornare un po’ bambini, fanno sognare, raccontano avventure, prove e tormenti. Continua a leggere
Senza coda
Senza coda sono le lucertole che caccia Pietro: metà buone, metà cattive. Come le persone che ama e che gli sono vicino, alcune buone, alcune cattive. E spesso un bambino vede solo le prime. Continua a leggere
Il talismano
Non so da dove cominciare per esprimere la sensazione che mi ha lasciato Il talismano di Stephen King e Peter Straub. Ho cominciato questo immenso tomo spinta da sentimenti contrastanti che scivolavano tra la delusione derivante dalla lettura di It e la speranza che la stessa fosse dovuta ad un momento sbagliato del mio approccio a questo autore. Perché Stephen King non può non piacerti, piace a tutti, è osannato in tutto il mondo, mi dicevo. E invece. Continua a leggere
Una storia nera
Ci sono libri che ti prendono per la trama: ti incollano alle pagine una dietro l’altra e ne vuoi sempre di più, vuoi sapere, finire la storia, vedere come va a finire. Poi ci sono quei libri in cui la trama scompare, sovrastata da una prosa possente e meravigliosa, e questi libri hanno lo stesso potere attrattivo dei primi. Ammetto che la mia preferenza spesso però volge sui secondi: mi piacciono le parole e le frasi, più delle storie. Per non parlare del potere che ha su di me la punteggiatura, questa sottovalutata. Antonella Lattanzi con il suo Una storia nera ha ampiamente soddisfatto questa mia preferenza. Continua a leggere
Piccoli suicidi tra amici
Spesso accetto consigli sulle letture da affrontare; mi piace pensare che se qualcuno mi indica un libro che gli è piaciuto significa che un po’ ci tiene (a me e al libro), e mi piace immaginare di sfogliare le pagine e trovare anche quella persona e conoscerla meglio, perché in fondo quando ti piace un libro è perché qualcosa risuona dentro: la trama, una parola, un certo tipo di punteggiatura, una o tutte insieme. Continua a leggere
Di rabbia e di vento
Sulla scia della rinata volontà di scoprire scrittori italiani, mi sono avvicinata ad Alessandro Robecchi e al sui Di rabbia e di vento. E il mio giudizio cala stranamente conciso: carino. Continua a leggere
Nelle terre estreme
Mi ha sempre affascinato la storia di Chris McCandless, forse perché porta ad uscire dalla quotidianità a volte ritenuta normale e noiosa, e spinge a porsi quelle domande che hanno assillato mente e discorsi ormai lontani di anni e che non hanno mai trovato una vera e plausibile risposta, proprio per la loro natura alta e filosofica. Continua a leggere
L’arminuta
Un titolo difficile da pronunciare e ricordare, una parola che affascina per il significato non immediato, da ricercare nel dialetto abruzzese. L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio mi ha strizzato il cuore per prendersi il mio dolore, lasciandomi esausta e piena allo stesso tempo. Continua a leggere